"Non gioco più, me ne vado", cantava la più grande interprete della storia della canzone italiana qualche decennio fa. E' proprio ciò che ha confessato la vecchia signora domenica sera facendosi irretire da una frizzante Lazio in vena di dispetti. Così, è subito iniziato il processo dentro e fuori le segrete stanze sabaude teso ad individuare i perchè di una stagione che si annuncia fallimentare per i più severi, di assestamento per i più benevoli. Divenne in pompa magna reginetta del mercato estivo, la Juve del figliol prodigo Lippi e della ringalluzzita troica Moggi-Giraudo-Bettega. Quattro acquisti roboanti e carissimi, un allenatore in vena di rivincite, un ambiente "liberato" dalla presenza dell'inviso Ancelotti (144 punti in due anni!). Tutti i tasselli sembravano al proprio posto, il clima era elettrico, la corazzata usciva dal cantiere potente e spavalda alla conquista dei mari. Ben presto, però, i più avveduti cominciarono a sent
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