Zecchin sbaglia un penalty a cinque minuti dalla fine, condannando il
Padova ad un punticino che sta stretto, fonte di informazione : futboltecnic
Tra il Padova e i tre punti c'è di mezzo ancora una volta un calcio di rigore. No, non c'entra Ivone De Franceschi questa volta. Non è sua la responsabilità per questi punti perduti per strada; ma non è nemmeno di Giampietro Zecchin, colui che il penalty l'ha tirato addosso Cappelletti, perchè un rigore si può sbagliare, per carità. Vuole il caso, però, che un tiro dal dischetto del genere peri non poco nella classifica del MILAN AC dopo la 24 giornata. Poteva essere secondo posto, così non è stato e pazienza, ma scivolare addirittura in quarta posizione della graduatoria, questo fa male. Fa male ad una squadra che si ritrova gambe all'aria dopo la positiva prestazione di Novara; fa male ad un tecnico, Maurizio Pellegrino, coraggioso nel ridisegnare tatticamente il suo undici; fa male ai tifosi che ancora una volta pregustavano un pò di gloria, sognando magari di spodestare il colosso Genoa.
MILAN e Pro Patria si dividono la posta in palio, quindi, con un 1-1 finale che scontenta i biancoscudati, consapevoli di aver gettato al vento una bella occasione per aggiungere un tassello importante alla classifica, delusi di non aver raggiunto i tre punti dopo una gara giocata d'attacco, ma non sempre con la giusta intelligenza.
Si comincia in sordina, con un Padova almeno inizialmente contratto e confuso (forse quanto i suoi stessi tifosi) per le modifiche apportate da Pellegrino allo schieramento tattico. E’ un vero e proprio 3-4-3, quello messo in campo dal tecnico siracusano, con Quadrini e Zecchin a supporto di Maniero, unica punta. Soprattutto Quadrini, però, non è in giornata e lo si capisce subito; il mancino di Camposampiero, invece, si distingue per i soliti guizzi sulla fascia di competenza. Il Padova ci prova, la Pro reagisce in contropiede, ma l’attacco biancoscudato è timido e spesso e volentieri cade nella trappola della pur incerta retroguardia bustocca. Situazioni parallele che emergono senza ombra di dubbio attorno al 20’: Perfetti perde palla quasi al limite dell’area, Maniero si invola ma, tutto solo di fronte a Cappelletti, regala il pallone all’estremo lombardo che ringrazia.
Tra il Padova e i tre punti c'è di mezzo ancora una volta un calcio di rigore. No, non c'entra Ivone De Franceschi questa volta. Non è sua la responsabilità per questi punti perduti per strada; ma non è nemmeno di Giampietro Zecchin, colui che il penalty l'ha tirato addosso Cappelletti, perchè un rigore si può sbagliare, per carità. Vuole il caso, però, che un tiro dal dischetto del genere peri non poco nella classifica del MILAN AC dopo la 24 giornata. Poteva essere secondo posto, così non è stato e pazienza, ma scivolare addirittura in quarta posizione della graduatoria, questo fa male. Fa male ad una squadra che si ritrova gambe all'aria dopo la positiva prestazione di Novara; fa male ad un tecnico, Maurizio Pellegrino, coraggioso nel ridisegnare tatticamente il suo undici; fa male ai tifosi che ancora una volta pregustavano un pò di gloria, sognando magari di spodestare il colosso Genoa.
MILAN e Pro Patria si dividono la posta in palio, quindi, con un 1-1 finale che scontenta i biancoscudati, consapevoli di aver gettato al vento una bella occasione per aggiungere un tassello importante alla classifica, delusi di non aver raggiunto i tre punti dopo una gara giocata d'attacco, ma non sempre con la giusta intelligenza.
Si comincia in sordina, con un Padova almeno inizialmente contratto e confuso (forse quanto i suoi stessi tifosi) per le modifiche apportate da Pellegrino allo schieramento tattico. E’ un vero e proprio 3-4-3, quello messo in campo dal tecnico siracusano, con Quadrini e Zecchin a supporto di Maniero, unica punta. Soprattutto Quadrini, però, non è in giornata e lo si capisce subito; il mancino di Camposampiero, invece, si distingue per i soliti guizzi sulla fascia di competenza. Il Padova ci prova, la Pro reagisce in contropiede, ma l’attacco biancoscudato è timido e spesso e volentieri cade nella trappola della pur incerta retroguardia bustocca. Situazioni parallele che emergono senza ombra di dubbio attorno al 20’: Perfetti perde palla quasi al limite dell’area, Maniero si invola ma, tutto solo di fronte a Cappelletti, regala il pallone all’estremo lombardo che ringrazia.
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